Tumori: primi due trapianti di trachea in Italia

“ANSA” – FIRENZE, 28 LUG - I primi due trapianti di trachea in soggetti affetti da tumore maligno tracheale, unici al mondo per una particolare tecnica utilizzata, sono stati eseguiti con successo nell’azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, dall’equipe guidata dal chirurgo Paolo Macchiarini. Gli interventi sono avvenuti il 6 e il 13 luglio scorsi e sono anche i primi ad essere effettuati in Italia. Il decorso delle due pazienti, una di circa 30 anni di nazionalità Ceca, l’altra di circa 20 anni inglese, si spiega in una nota, “é stato privo di complicazioni”. Le due donne sono in fase di dimissione dall’ospedale e le loro condizioni sono ritenute “soddisfacenti”.

Nell’intervento sulla paziente inglese, inoltre, è stata eseguita, per la prima volta in Italia, una radioterapia intraoperatoria in corso di trapianto di trachea, coordinata dal professor Giampaolo Biti, per ridurre al minimo il rischio di recidive tumorali. I due interventi sono durati oltre 10 ore ciascuno e hanno coinvolto 40 persone fra chirurghi, anestesisti, infermieri biologi e tecnici, oltre alle equipe del Centro nazionale trapianti e della protezione civile per il prelievo e il trasporto delle trachee. La tecnica innovativa utilizzata dal professor Macchiarini ha previsto una fase di preparazione delle trachee chiamata decellularizzazione, per l’eliminazione di tutte le cellule del donatore, che è stata eseguita dalla dottoressa Silvia Baiguera nel Laboratorio di bioingegneria e biologia molecolare della via aerea (Bioair) e nella Banca del sangue placentare di Careggi diretta dal dottor Riccardo Saccardi. Questa chirurgia, sperimentata per la prima volta, è resa possibile dalla tecnica di preparazione delle trachee bioingegnerizzate da donatore, già messa a punto da Macchiarini in precedenti interventi non oncologici. La tecnica consiste nell’eliminazione di tutte le cellule viventi del donatore dalla trachea per predisporre una struttura inerte su cui inserire cellule staminali prelevate dai pazienti riceventi, poco prima dell’intervento, con l’aggiunta di fattori di crescita: questo evita il rigetto e consente la rigenerazione della trachea. In pratica grazie alle cellule staminali è stato possibile ripavimentare la trachea e favorire la ricostruzione del tessuto interno della trachea.

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