Trapianto renale funziona con gruppo sanguigno incompatibile

(Sanihelp.it) – 27 set. –  È efficace il trapianto di reni ABO-incompatibile, grazie ai progressi diagnostici terapeutici che possono eliminare il rigetto, causa di perdita irreversibile della funzionalità dell’organo. Con il ricorso a questo intervento i trapianti da vivente potrebbero crescere del 25%. È una delle novità presentate al 52° Congresso Nazionale di Nefrologia SIN, Società Italiana di Nefrologia, di Genova.

Il trapianto ABO-incompatibile, insieme al trapianto in modalità incrociata del Centro Nazionale Trapianti – in base a quest’ultimo programma coppie incompatibili si scambiano i reni in modo che ciascun ricevente abbia un trapianto compatibile – rappresenta un nuovo approccio per aumentare i trattamenti da donatore vivente che oggi in Italia solo del 10%, mentre l’attesa per un trapianto da donatore cadavere è di circa tre anni.

A causa della disponibilità limitata di coppie compatibili, l’Italia ha oggi all’attivo pochi trapianti effettuati con la metodologia della modalità incrociata. Obiettivo futuro è quello di incrementare i trapianti di questo tipo.

Oggi, grazie a un trattamento desensibilizzante, il malato è in grado di ricevere un organo da un donatore vivente non compatibile per gruppo sanguigno. Si tratta di una procedura che prevede un trattamento iniziato alcuni giorni prima dell’intervento per inibire la produzione di anticorpi ed evitare così la splenectomia. Prima del trapianto, mediante una procedura chiamata aferesi, che viene integrata con un trattamento farmacologico specifico, vengono rimossi dal sangue gli anticorpi contro il gruppo sanguigno che, altrimenti, causerebbero rigetto dell’organo con perdita irreversibile della sua funzionalità.

Il trapianto da donatore incompatibile è già stato sperimentato in Giappone (oltre mille trapianti), poi negli Stati Uniti e in Svezia. Nel 2008 la tecnica è approdata in Italia al Centro Trapianti di Parma. Attualmente altri centri italiani come Pisa (Ospedale Cisanello), Torino (Ospedale Molinette) e Padova (Azienda Ospedaliera di Padova) hanno iniziato programmi di trapianto da donatore incompatibile.

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