Saletti Ivano
Ivano Saletti, classe 1970, inizia da bambino ad appassionarsi al ciclismo: anche per tradizione familiare, si dedica con successo alle gare (più che ai banchi di scuola). La malattia cardiaca esordisce però durante la giovinezza, proprio durante una corsa in bicicletta, ponendo uno stop alla prosecuzione dell’attività agonistica. Questo non pregiudica lo svolgimento di una vita regolare: lavoro, amici, matrimonio…Solo con l’accortezza di dover convivere con la patologia, evitando attività sportive e sforzi pesanti.
Dal 2003, il progressivo (ma rapido) evolversi della malattia conduce ad un peggioramento dello stile di vita….anche uscire a mangiare una pizza o organizzare una cena diventa problematico, ed è un susseguirsi di ricoveri ospedalieri, terapie purtroppo inefficaci, cui si accompagnano senso di smarrimento e la percezione di trovarsi in una centrifuga…. Nel 2004 l’inserimento in lista di attesa per il trapianto cardiaco diventa l’unica strada percorribile.
Il 31.05.2005, dopo quattro convocazioni non andate a buon fine, termina l’attesa e, all’ospedale Niguarda di Milano, l’intervento viene eseguito con successo.
Questa data può essere considerata la svolta della vita di Ivano: lo spartiacque tra un prima e un dopo, tra un “non posso” e un “adesso posso”…. Ciò non significa che il percorso sia semplice né veloce: ogni fase della vita richiede i suoi tempi, ha i suoi pro ed i suoi contro.
Ma il valore profondo di questa rinascita ripaga sicuramente di tutto quanto sofferto in passato: Ivano, incoraggiato anche dal fratello (appassionato di ciclismo come lui) è risalito in bicicletta nel 2008 dopo anni, e da allora si è tolto numerose soddisfazioni, partecipando a manifestazioni impegnative, talvolta al fianco di campioni come Simoni, Fondriest e Tonti (la Nove Colli, la Maratona Dolomitica, la Charly Gaul, i Mondiali per trapiantati in Svezia, le Granfondo a Roma, Piacenza, Treviso, Desenzano del Garda…..chi l’avrebbe mai detto?!?!?).
E non solo: Ivano ha ripreso una vita attiva (si può dire anche intensa: il lavoro, gli allenamenti, il calcetto per puro divertimento, i viaggi, il volontariato…); la moglie gli rimprovera talvolta di esagerare, ma alla fine lo sostiene e lo accompagna in ogni sua iniziativa, consapevole che questa energia incontenibile è un omaggio alla vita ed al dono che ha ricevuto.
Questi sono gli aspetti “materiali”, ma c’è anche altro: l’esperienza del trapianto cambia il modo di vedere le cose, cambia le priorità, cambia l’importanza che si dà agli eventi…..ci si rende conto che non vale la pena arrabbiarsi per le sciocchezze, perdersi in invidie, falsità, malumori… si cerca di godersi ogni momento della vita, giorno per giorno, come un regalo inaspettato da scartare, un pezzetto per volta, insieme ai propri familiari.
Questa testimonianza vuole essere un incoraggiamento per quanti, in attesa di trapianto, vedono il proprio futuro come un grosso punto di domanda. Ivano, trapiantato di cuore, ha realizzato il suo sogno di bambino di partecipare ad un campionato mondiale di ciclismo: sarebbe stato impensabile anche solo pochi anni fa, nessuno (tantomeno lui stesso) ci avrebbe scommesso un soldo bucato, eppure…