Tanta generosità mal ripagata
Rispetto il tuo desiderio, caro amico, e non taccio nomi. Dirò solo che sei un ex donatore di sangue, hai 78 anni, e da cinque anni sei ricoverato in un ospizio di vecchi rimasti soli, In una cittadina della Lombardia. Dopo tante promesse sono venuto a trovarti.
Nei tuoi occhi ho letto la gioia di rivedermi e tanta tristezza, che mi ha addolorato. Un brutto tramonto, mi hai detto. La solitudine è dolorosa sempre, in modo particolare quando si è vecchi. Non ti sei però lamentato. Mi hai solo detto e ripetuto che non hai più nessuno. Sulla tua logore giacca porti sempre il vecchio grande distintivo dell’AVIS e nel cassetto del comodino conservi, sgualcita, la rossa tessera dell’AVIS, sulla quale sono segnate ben 112 donazioni del tuo sangue (cioè trasfusioni, tutte dirette). Mi hai detto che è il tuo unico documento, il tuo ricordo particolare.
Centododici trasfusioni quasi tutte urgenti, molte in tempo di guerra, in sale operatorie, in corsie di ospedali, nei reparti maternità. Alcune vicinissime, e non poche di 500 cc del tuo sangue! In quei tempi il servizio del sangue era chiamato di “PRONTO INTERVENTO”. Quante vite hai salvato!
Letteralmente strappate alla morte, con il tuo immediato slancio di generosità: 112 persone, uomini e donne, bambini e anziani, ricchi e poveri, sono diventati tuoi consanguinei. Loro hanno ricevuto il sangue, ma non sanno da chi. Forse, siamo sinceri, molti, moltissimi, non se ne ricordano neppure, E tu sei solo. E triste.
Ma Il tuo dovere, l’hai fatto! Tu pensi proprio che QUALCUNO non ne tenga conto?
Carlo Moretti